Per la cottura delle mattonelle e dei mattoni fino alla fine dell'800 venivano usati i forni a camera, con i focolai nella sezione inferiore del forno.
L'impilaggio del materiale avveniva sempre appoggiando verticalmente le mattonelle (o i mattoni) una sull'altra sino al riempimento della camera di cottura del forno. Il fuoco prodotto nel focolaio (posto nella sezione inferiore) andava a lambire il materiale e, a seconda della densità di carico, si producevano zone in cui la cottura avveniva in atmosfera riducente (povera di ossigeno) oppure ossidante (ricca di ossigeno). Questa disomogeneità di condizioni dava luogo alla stonalizzazione del colore tra i vari pezzi cotti.
Questa variazione cromatica che caratterizzava i vecchi manufatti era il tratto distintivo della cottura a legna. La Fornace Polirone ripropone, attraverso una nuova tecnica particolare, questa tipologia di mattonelle per il recupero di monumenti, chiese e palazzi d'epoca